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Piazza Emilio Maraini

Proseguendo verso nord si lascia via Nassa per entrare in piazza Emilio Maraini. Già piazzetta del Vecchio Pretorio, chiamata anche piazza del Mercato, piazza Commercio e piazza Pessina, l’odierna piazza Maraini occupa una tipica area triangolare nel cuore della città vecchia. L’attuale denominazione risale al 1916 e prese il nome dall’omonimo industriale (1853–1916) benefattore dell’Ospedale di Lugano.

 

La piazza, che si pone da divisorio tra via Nassa e via Pessina, è circondata da edifici d’epoca con portici, alcuni ristrutturati sapientemente come ad esempio il quattrocentesco palazzo della Banca dello Stato (ristrutturato ai primi dell’800 per fungere da Pretorio distrettuale e struttura carceraria fino al 1871), di cui è sparito il grande portale bugnato d’entrata, che conferiscono bellezza e personalità allo spiazzo.

Via Pessina

Continuando sempre in direzione nord, lasciando piazza Maraini, si entra in via Pessina. Un tempo denominata Contrada del Mercato, tratto centrale dell’asse stradale principale della città vecchia, è in assoluto l’angolo storico di Lugano meglio conservato. Il suo nome è collegato probabilmente all’allevamento di pesci e alla pesca.

Considerata la strada più tipica della vecchia Lugano ha visto nel tempo solo piccole modifiche sulle facciate, che sono rimaste nel complesso sempre affascinanti. La pavimentazione, nonostante inevitabili interventi legati alle canalizzazioni, ha mantenuto grazie ad intelligenti lavori conservativi le caratteristiche corsie per le ruote dei carri, conferendo unitamente ai portici degli edifici una magica e pittoresca atmosfera alla strada. Via Pessina ha sempre costituito un punto focale per il commercio cittadino e di conseguenza ha visto nella sua storia un vivace alternarsi di attività commerciali. Molti dei suoi edifici hanno così avuto anche rilevanti ristrutturazioni interne, per accogliere nuovi negozi ed uffici.

Negli ultimi anni hanno preso sempre più piede i settori dell’abbigliamento e della gioielleria, a discapito di quello alimentare. Unici superstiti, a sud all’inizio della via, in bella mostra, il negozio Mion con la folcloristica esposizione esterna di frutta e verdura, e più a nord, sotto i portici, la sede storica degli alimentari Gabbani.

Sempre nell’ambito della ristorazione va ricordato ancora, al n. 3, l’affascinante locale che un tempo fu sede del Ristorante Bianchi, fondato nel 1803 col nome di Trattoria Biaggi. Nel 1908 il locale si abbellì di una facciata ispirata alle brasserie francesi. Al suo interno inoltre, con lavori eseguiti fra il 1925 e il 1930, l’architetto Americo Marazzi conferì all’ambiente un carattere medievale–fiorentino, con l’istallazione di un camino aperto e soffitti in legno. Attualmente la bella struttura accoglie l’elegante Grand Café Al Porto.

Via Cattedrale

Abbandonando via Pessina all’altezza del Palazzo Riva e attraversando via Soave e piazza Cioccaro si arriva alla salita che conduce alla stazione ferroviaria ed alla Cattedrale di San Lorenzo. Quest’ultima sorge su un terrazzo dominante la città ed è una costruzione romanica che vide ampliamenti nei secoli XIII e XIV e l’erezione della facciata all’inizio del ’500. Il suo campanile fu rialzato e modificato nel 1640.

Fin dal ’700 asse d’uscita nord-occidentale della città partendo da piazza Cioccaro, via Cattedrale sale seguendo il tracciato del riale S. Lorenzo per poi deviare verso sud in direzione della basilica. Nella sua lunga storia l’area di via Cattedrale ha visto importanti rifacimenti urbanistici, mantenendosi tuttavia abbastanza armoniosa, eccezion fatta per l’ultimo tratto in basso sul lato della stazione d’arrivo della funicolare, a causa di diverse e rilevanti ristrutturazioni.

Un radicale intervento per realizzare la galleria della funicolare era già avvenuto nel 1886, con la perforazione del vecchio Pretorio, ossia dell’antico palazzo cittadino con cortile settecentesco a logge, adibito ad alloggio per famiglie meno abbienti dopo il trasferimento dell’attività giudiziaria nell’immobile di piazza Maraini (ora Banca dello Stato). Nel 1954 era stato sostituito il vecchio sistema di trazione ad acqua con quello elettrico. Ulteriore lesione fu inferta in quegli anni con la demolizione della vecchia Casa Brenna (o meglio di ciò che restava del vecchio Pretorio) e la costruzione di un nuovo edificio.

Piazza Cioccaro

Scendendo da via Cattedrale si rientra in piazza Cioccaro. Questa storica piazza ha vissuto rilevanti interventi urbanistici tra la fine dell’800 e gli anni ’50 -’60 del secolo scorso.

Nella parte est, che delinea il Palazzo Riva, (struttura originaria del 1671) il contesto architettonico appare piacevole. Per contro sui lati sud, ovest e nord della piazza, edifici storici un po’ malandati vennero abbattuti. Si doveva infatti permettere la creazione e poi la ristrutturazione della funicolare e occorreva allargare il passaggio a nord occupato in precedenza dall’edificio del vecchio asilo. Con quest’ultimo provvedimento avvenuto nel 1931, la vasta area che venne a crearsi incorporò anche l’antica piazzetta del Sole che faceva parte di questa struttura.

 

Il nuovo spiazzo fu circondato successivamente da alcune costruzioni architettoniche non in linea con il passato, al contrario del già esistente Palazzo Censi ben posizionato nella nuova area. Costituendo una delle piazze principali del nucleo storico cittadino, questa ha visto il suo nome cambiare diverse volte. Dapprima appunto piazza Cioccaro, dopo il 1844 fu chiamata piazza Asilo (per la presenza fra il 1844 e il 1892 dell’Asilo Ciani) e, a seguito dell’inaugurazione della funicolare nel 1886, divenne piazza Funicolare. Dal 1942 ha ripreso l’attuale nome.

 

I lavori di ristrutturazione della piazza, eseguiti per la funicolare nel 1954, portarono inevitabilmente all’abbattimento della Casa Brenna coinvolgendo in parte anche via Cattedrale e quanto ne rimaneva del chiostro con colonnato. Anche il vecchio asilo presentava un ampio chiostro con colonnato, sviluppato su tre piani. Dopo il trasferimento nel 1892 della struttura scolastica in prossimità di piazza Indipendenza, anche questo spazio era divenuto luogo di accoglienza per famiglie meno agiate.

Via Clemente Maraini

Realizzata nel 1887 per collegare la stazione di Lugano a Paradiso, verso la fine dell’800 via Maraini vide la nascita lungo il suo percorso di diverse ville lussuose ed alcuni grandi alberghi, ormai scomparsi, come (salendo verso la stazione e partendo dalla congiunzione con via Motta):

 

Grand Hôtel Metropole & Majestic. Ricavato da una villa già esistente, l’hôtel aprì nel 1891 con il nome di Albergo Metropoli. All’inizio del ’900, si ampliò e mutò il nome in Grand Hôtel Metropole & Majestic. Dopo numerose vicende l’hôtel riaprì negli anni ’20 ampliando la superficie con una capacità di 130 letti. L’albergo chiuse nel 1967, per essere demolito negli anni successivi per una realizzazione condominiale.

Hôtel Bristol. L’albergo venne costruito fra il 1900 e il 1903 su una superficie occupata in precedenza da una villa. L’hôtel poté beneficiare fin dal 1913 del collegamento della funicolare degli Angioli con piazza Luini. Un’importante ristrutturazione interna avvenne alla fine degli anni ’20, portando la capacità di accoglienza a 112 letti distribuiti su cinque piani. Anche il Bristol, come molti altri alberghi, risentì della crisi del settore nella seconda metà del secolo scorso e cessò la sua attività nel 1972. Dopo alcune vicissitudini fu trasformato negli anni ’90 in una residenza di lusso, conservando la sua bella struttura esterna.

Gottardo–Terminus. Aperto nel 1889, l’albergo fu ampliato all’inizio del ’900 portando la sua capacità a 75 letti che conservò fino alla chiusura avvenuta negli anni ’90. Dopo la sua demolizione sulla sua area sorse all’inizio del nuovo millennio un condominio di lusso.