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Piazza Indipendenza (già Piazza Castello) e Villa Ciani

Piazza Indipendenza, già piazza Castello, nel 1833 divenne parco pubblico e piazza d’armi. La piazza ha visto profondi cambiamenti nel corso di poco più di un secolo di storia. Nel 1892 vi venne costruita la struttura lignea del Teatro Rossini, eretto per sopperire alle necessità artistiche del tempo a seguito della demolizione del Teatro Sociale, poi abbattuta nel 1896 dopo la realizzazione del Teatro Apollo sulla parte sud della piazza, angolo via Stauffacher. In anni successivi tutto il complesso edificatorio del teatro-casinò è stato per due volte profondamente modificato.

Ad est, di fronte alla piazza è scomparsa l’area dei Maneggi di Villa Ciani e delle Casermette dei pompieri, sostituita dal nuovo Palazzo dei Congressi inaugurato nel 1975. Villa Ciani e l’omonimo parco prendono il nome dai fratelli Filippo e Giacomo Ciani, eminenti figure dell’800 luganese. Costruito nel 1840, l’immobile oggi ne conserva solo il corpo principale. Abitato dai Ciani, esso era volutamente una residenza signorile, circondata da un magnifico parco con accesso diretto al lago, chiaro esempio di architettura ottocentesca lombarda. La costruzione, a pianta quadrata, possiede un belvedere sul colmo del tetto, uno scalone d’accesso e ricche decorazioni pittoriche all’interno. Da Villa Ciani sono passati tutti i nomi più importanti del Risorgimento Italiano ed i maggiori rappresentanti della vita politica e culturale di allora, come Mazzini, Cattaneo e Battaglini. Dal 1912 è di proprietà del Comune di Lugano.

Riva Giocondo Albertolli, via Stauffacher e via Canova

Lasciando piazza Indipendenza e scendendo verso sud lungo Riva Giocondo Albertolli si trova via Stauffacher, già riva delle Lavandaie. Questa fu realizzata al momento dell’edificazione del Teatro Apollo, inaugurato con il Rigoletto di Verdi il 26 dicembre 1897. Nel 1908 fu aperto un cinema e nel 1909 il Kursaal. La facciata prospiciente il lago fu arricchita di un colonnato nel 1913. Il complesso subì nei decenni successivi delle trasformazioni, e negli anni ’90 fu completamente modificato con la demolizione del teatro per essere adibito esclusivamente a Casinò.

Via Canova costituiva lo sbocco principale della città vecchia verso est. Impressionante è la trasformazione architettonica che essa ha subito nel corso del ’900. Iniziando l’analisi sul lato nord e dirigendoci verso est, rileviamo che al n. 7 dell’attuale immobile sorgeva un tempo la Casa Torricelli con l’Albergo Svizzero–Schweizerhof (il più importante albergo luganese fino a metà ’800), trasformata radicalmente nel 1883 e divenuta nel 1919 Casa degli Italiani. La struttura fu demolita nel 1933 per far spazio anche a via Magatti. Al n. 11 era situata la settecentesca Casa Airoldi demolita poi per lasciare il posto ad un immobile ottocentesco a quattro piani con negozi a piano terra, che fu a sua volta abbattuto per permettere l’edificazione del vecchio palazzo postale nel 1875. Dopo il trasferimento della posta nella nuova sede nell’omonima via, anche questo immobile fu raso al suolo nel 1930. Successivamente sul sedime sorsero i palazzi di via della Posta con la Galleria a forma di T. Più avanti, sempre verso est, troviamo gli edifici appartenenti al quartiere Maghetti, di inizio ’900, sapientemente ristrutturati.

Sul lato sud al n. 4, dirigendosi sempre verso est, esistevano i grandi magazzini Milliet & Werner (primo emporio di Lugano), nell’edificio eretto nel 1907 e successivamente riattato. Al n. 6 troviamo l’immobile che accolse dal 1875 il Ristorante e Albergo Americana, ristrutturato totalmente nel 1903 con innalzamento a cinque piani e facciata in stile liberty. Nel 1919 l’albergo chiuse e vi si istallò il Banco di Roma, fino all’arrivo dell’allora Innovazione Lago che vi prese posto fino alla fine del secolo scorso.

 

Subito dopo l’incrocio con via Magatti sorgeva una palazzina di tre piani con mansarda e negozi, appartenente alla famiglia Conti e così denominata, che unitamente ad altre due vicine, la prima su via Magatti con dettagli barocchi, confinante con il Palazzo Riva, la seconda (sempre in via Canova) di un piano più alta ospitante la rinomata confetteria Berner & Zwahlen, fu demolita negli anni ’60 per far posto al moderno edificio della ex Banca della Svizzera Italiana.

Dopo l’intersezione con via della Posta, le strutture architettoniche esistenti risultano ben conservate. Citiamo in particolare al n. 16 l’attuale immobile della Cornèr Banca (risalente al 1883, nel 1898 ospitò l’Albergo du Lac), sede dell’istituto di credito dal 1958, sapientemente restaurato in anni recenti, e i Palazzi Gargantini (complesso di cinque edifici costruiti tra il 1912 e il 1933) situati tra via Canova, via Stauffacher e riva Albertolli.

Cassarate, Castagnola, Brè e Gandria

Cassarate (quartiere di Lugano dal 1972 analogamente a Castagnola) annovera alcuni edifici significativi, tra cui Villa Castagnola au Lac e l’Hôtel Lido Seegarten, la stazione della funicolare del monte Brè e l’antico oratorio S. Pietro delle erbette, costruzione tardo medievale con un affresco attribuito a Bernardino Luini. Dal profilo urbanistico ha vissuto nel secondo dopoguerra un intenso insediamento, grazie alla liberazione di ampi spazi precedentemente adibiti ad attività varie, e all’esistenza di vasti terreni agricoli.

Castagnola conserva un piccolo nucleo storico interessante che comprende la casa di Carlo Cattaneo e la splendida chiesa di S. Giorgio. Sulla riva del lago troviamo poi Villa Favorita, un tempo celebre pinacoteca della famiglia Thyssen–Bornemisza, mentre poco più in alto permangono ancora alcune abitazioni lussuose tra cui Villa Heleneum dei primi anni ’30.

Lasciando Castagnola ed attraversando Ruvigliana si sale verso il caratteristico agglomerato di Brè, grazie alla strada tracciata contemporaneamente alla funicolare. Il villaggio, ben conservato nel nucleo, possiede la bella parrocchiale dei SS. Simone e Fedele. Riscendendo dalla montagna per raggiungere Gandria si può ben notare l’enorme speculazione edilizia avvenuta su questo comprensorio nel corso della seconda metà del ’900.

Il suggestivo villaggio di Gandria, un tempo abitato da molti pescatori, è chiuso al traffico veicolare ed è raggiungibile solo per angusti vicoli e scalinate. Grazie al suo prolungato isolamento ed alla sua particolare posizione, tutte le sue bellezze architettoniche si sono conservate quasi integralmente, compresa la chiesa S. Vigilio in stile barocco e la seicentesca cappella S. Rocco situata accanto al cimitero.

Castello di Trevano

A nord di Lugano, in territorio di Porza, su un’altura dominante la piana del Cassarate, un tempo faceva bella mostra di sé il famoso Castello di Trevano. Sorto nel 1871, apparteneva al barone russo Paul von Derwies, magnate delle ferrovie, ed era chiamato anche Château de la Musique poiché vi si incontravano grandi musicisti ed attori di rilievo. Il complesso possedeva infatti anche un teatro, inaugurato nel 1878 con una rappresentazione del Ballo in maschera di Giuseppe Verdi. Dopo la morte del barone, avvenuta nel 1881, la villa fu praticamente abbandonata per 20 anni, ma rinacque nel 1900 quando fu acquistata dal ricco cittadino franco-americano Louis Lombard che vi abitò fino al 1920, anno della sua morte. La proprietà passò quindi al comune di Porza. Nel 1930 alcuni commercianti cercarono invano di promuovere un progetto di trasformazione in un albergo di lusso.

 

Nel 1934 il castello fu acquisito dal Cantone che tentò di valorizzarlo, allestendo nel 1937 un’importante mostra d’arte ticinese dell’800 ed arte contemporanea. Tra l’altro la grande struttura comprendeva anche un cortile d’onore, abbellito da una fontana in stile orientale, un ampio salone interno per le feste, una sala dei concerti, una sala da pranzo ed addirittura una cappella bizantina. Disponeva di due ali ad angolo: quella ad ovest comprendeva la cucina ed i servizi, l’altra la sala del teatro e dei concerti. L’arredo interno era pure ricchissimo. La villa fu demolita nel 1961 e sul suo sedime sorse la SUPSI (Scuola Universitaria Professionale) e altri centri scolastici.