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Panoramica dal lago su Bissone, il ponte di Melide e le valli di Lugano

Verso Riva San Vitale, passando per Bissone

Superata Campione, rientrati in territorio svizzero, proprio di fronte a Melide, sull’altra sponda, s’incontra Bissone, un tempo villaggio di pescatori, dove nacque nel 1599 il celebre architetto Francesco Borromini. Oltre al caratteristico nucleo storico ricco di case signorili con ampi portici, Bissone possiede la significativa parrocchiale di San Carpoforo.

 

A Maroggia, abbandonando le rive del lago, si può raggiungere il paese di Arogno posto su di un pendio nella Val Mara, con la sua seicentesca chiesa barocca di S. Stefano, situata su una terrazza panoramica. Percorrendo la strada in altura, da Arogno si raggiunge il villaggio di Rovio dove, si trova l’antica Cappella di S. Vigilio dell’XI secolo con notevoli decorazioni pittoriche.

 

Tornati sul lago, prima di giungere a Riva San Vitale, va ricordata la suggestiva chiesa della Madonna del Castelletto di Melano. D’impronta barocca e consacrata nel 1644, essa sorge in un bosco sulle pendici del Monte Generoso, al termine di un breve sentiero che si stacca dal nucleo di Melano. Da rilevare al suo interno la pala tardogotica raffigurante la Madonna del Latte, attribuita a Nicolao da Seregno, della fine del ‘400.

 

Sull’ansa più meridionale del lago incontriamo Capolago, celebre per aver ospitato la sede della Tipografia Elvetica che ebbe enorme importanza nella divulgazione delle idee del Risorgimento italiano. Nel paese vi è la stazione di partenza della ferrovia a cremagliera che conduce sul monte Generoso.

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Riva San Vitale, panoramica dal lago con a destra la chiesa rinascimentale di Santa Croce

Riva San Vitale

Adiacente a Capolago, sul golfo meridionale del Ceresio, alle falde del monte San Giorgio, sorge l’antico borgo di Riva San Vitale le cui origini risalgono al neolitico e di cui vi sono abbondanti documentazioni d’epoca romana.

Il borgo è uno dei centri ecclesiastici più importanti e antichi del vescovado di Como e la sua pieve conobbe in epoca medievale anche una certa rilevanza politica. L’importanza religiosa risale comunque agli albori della cristianizzazione dei territori insubrici, come ben testimonia il notevolissimo battistero paleocristiano di San Giovanni, il monumento religioso più antico ancora conservato in Svizzera. Si tratta di un edificio costruito intorno all’anno 500 con una struttura a pianta centrale, quadrangolare all’esterno e all’interno ottagonale con nicchie semicircolari, affreschi romanici preziosissimi  e un’abside aggiunta nel secolo XI, nonché ampie porzioni del pavimento originale a tessere bianche e nere. Nella ricca decorazione pittorica del Battistero si trovano anche interessanti affreschi quattrocenteschi che raffigurano il Beato Manfredo da Settala, ancor oggi oggetto di devozione e di culto popolare.

Verso l’uscita nord del paese sorge in posizione elevata la chiesa di Santa Croce, edificata tra il 1588 e il 1592, capolavoro architettonico con in assoluto la più bella cupola rinascimentale di tutta la Svizzera.

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Miglieglia, affreschi tardogotici del XV-XVI sec. nell’antica parrocchiale di Santo Stefano al Colle

Qua e là nel Malcantone

L’esatta origine del nome Malcantone non è nota. È una terra rude che nei secoli ha spesso costretto i suoi abitanti all’emigrazione consentendo, altresì, a molti malcantonesi di trovare fortuna ed onore in giro per il mondo, come Domenico Trezzini di Astano, architetto dello zar e progettista a San Pietroburgo. Da sempre terra di frontiera e di contrabbando, il Malcantone ha oggi trovato nelle sue ricchezze turistiche e culturali un’ importante via di sviluppo che l’ha posta tra le regioni più attrattive di tutto il Canton Ticino.

 

Anche per la sua configurazione geografica, quasi ad anfiteatro, verso il meridione a cavallo fra Verbano e Ceresio, il Malcantone offre un’infinità di panorami sul lago di Lugano e i monti circostanti, oltre ad una ricca serie di caratteristici paesi come Astano, Aranno, Bedigliora, Bioggio, Bosco Luganese, Breno, Cimo, Gravesano (dove sale verso Arosio la strada tortuosa della “Penüdria”), Iseo, Mugena, Novaggio, Vezio ed altri. Questi villaggi sono a volte arroccati in cima a delle colline, e se da una parte sono quasi isolati dal contesto cittadino, non subiscono però lo stress del traffico del luganese.

 

Tra gli innumerevoli oggetti di interesse culturale vanno ricordati: a Sessa l’altare maggiore ligneo nella chiesa di San Martino, del 1662; a Miglieglia la stupenda chiesetta di Santo Stefano, ricca di bellissimi affreschi del XVI secolo; a Croglio  la chiesetta di San Bartolomeo, piccolo capolavoro con affreschi quattrocenteschi e d’epoca successiva; a Cademario la parrocchiale di Sant’Ambrogio, d’epoca romanica, con affreschi del XIII secolo, posta in posizione panoramica con stupenda vista sul Lago di Lugano; ad Arosio la parrocchiale di San Michele, costruzione di origini anteriori al 1000, con all’interno uno straordinario ciclo di affreschi di Antonio da Tradate del XVI secolo; a Cimaronco, sulla strada che da Arosio porta a Gravesano, la cappella di S. Maria costruita tra il XV e il XVII secolo con bellissimi e pregevoli affreschi su Cristo, la Madonna, gli Evangelisti e i Padri della Chiesa.

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Visione verso meridione sul lago di Lugano e la Capriasca dalle alture del monte Bar

Capriasca e Valcolla

Posta a nord di Lugano e a sud della Valcolla la regione della Capriasca, oltre ad essere tra le più belle del Ticino dal profilo paesaggistico e naturalistico, è tra le più ricche di spunti artistici e culturali di tutto il Cantone. Nucleo centrale della zona è l’abitato di Tesserete il cui monumento principale è la chiesa plebana dedicata a Santo Stefano, riccamente addobbata, dal 1911 riconosciuta monumento storico rilevante. La particolarità architettonica della chiesa di S. Stefano, dovuta in parte al suo slanciato campanile, ha spinto molti artisti ad immortalarla nelle loro opere.

La zona che sta fra Origlio, Sala e Ponte Capriasca costituiva per il Ducato di Milano un importante punto d’appoggio militare durante l’epoca dei conflitti con gli Svizzeri. Se la prima linea era costituita dal complesso fortilizio di Bellinzona, nel Quattrocento anche queste regioni rivestirono importanza dal punto di vista strategico.

La chiesa di Sant’Ambrogio di Ponte Capriasca custodisce un vero e proprio gioiello d’arte: una grande Ultima Cena. del 1550, di autore ignoto. Questo Cenacolo, annoverato tra le  più illustri copie dell’opera vinciana, ha il pregio di riportare in calce l’identificazione degli apostoli con i rispettivi nomi.

Dopo aver lasciato Tesserete, se si procede verso la Valcolla, valle confinante con la Val Cavargna della vicina Italia, troviamo i paesi di Cagiallo, Campestro e Bidogno, ricchi di preziose testimonianze artistiche che risalgono sino al Trecento. Particolarmente significativi gli affreschi seicenteschi della parrocchia di S. Barnaba di Bidogno. Anche a Campestro vanno ricordati per la loro importanza gli affreschi tardogotici della chiesa di S. Andrea.

Entrati in Valcolla, questa regione annovera numerosi villaggi, i più su gradoni montani, come Corticiasca, Scareglia, Piandera e Signora, che hanno conservato interessanti nuclei, a testimonianza della dura vita dei secoli scorsi, nonché pregevoli edifici religiosi come ad esempio la chiesa seicentesca dei SS. Pietro e Paolo a Colla (con un pregevole fonte battesimale in marmo) e a Madonna d’Arla la Cappella della Vergine dei Miracoli con un notevole affresco del 1519.

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Panoramica su Morcote dal lago verso settentrione

Le suggestioni di Morcote e Vico Morcote

Posizionato sulla riva meridionale della penisola formata nel Ceresio dal monte Arbostora ci appare il pittoresco villaggio di Morcote, con le sue antiche case patrizie e i caratteristici portici. Grazie ad una serie di viottoli, il borgo si arrampica sul pendio della montagna, uno dei quali termina sotto i resti del Castello visconteo eretto attorno al 1100. Nel 1512 il maniero fu espugnato dai confederati che l’anno dopo ne disposero la dismissione.

Patria di note famiglie d’artisti, (tra cui uno dei massimi poeti dialettali che il Ticino possa vantare: Sergio Maspoli, 1920-1987), Morcote è giustamente famosa per la chiesa di Santa Maria del Sasso, posta al termine della scala monumentale di 404 gradini, che dalle rive del lago conduce alla sommità del colle, in un fantastico piazzale panoramico. Forse originaria del XIII secolo, la chiesa fu trasformata in stile barocco nel 1758 ed è ricca di preziosi affreschi e dipinti. Da una porta secondaria della chiesa si accede direttamente al cimitero monumentale, anch’esso abbarbicato alle falde della montagna. Sul retro della chiesa di S. Maria del Sasso, prospiciente un cortile interno, si trova il Battistero di S. Antonio da Padova del 1676, con all’interno un affresco del Carlone illustrante in grandezza naturale alcune scene della vita di Cristo.

Non lontana dal castello visconteo, alla stessa altitudine, troviamo Vico Morcote. Questo piccolo paese, posto in linea d’aria proprio di fronte a Brusino Arsizio situato all’altra sponda del lago, gode di una magnifica vista sul Ceresio e possiede un vecchio nucleo ben conservato, caratterizzato da stretti vicoli, in parte sotto i portici, e da case risalenti al XVII-XVIII secolo. Oltre al suo interessante patrimonio storico-architettonico, costituito in particolare dalla “Sala della Giustizia” affrescata, Vico Morcote annovera anche le bella chiesa dei SS. Fedele e Simone del XVI secolo.

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Panoramica verso nord-est su Carona e il Ceresio con il San Salvatore a sinistra

Carona

Posizionata a 597 m, su un terrazzo naturale fra il monte San Salvatore e l’Arbostora che guarda a levante, Carona, oggi quartiere di Lugano, ha mantenuto il suo fascino nel corso del tempo grazie alle sue strette stradicciole selciate e alle case dalle linee signorili. Da segnalare dal profilo artistico l’imponente chiesa parrocchiale di San Giorgio di architettura tardorinascimentale, con notevoli stucchi e affreschi del XV-XVI secolo e il campanile del 1662. Adiacente alla chiesa vi è la cinquecentesca Loggia del Comune affrescata con gli stemmi dei primi 12 cantoni confederati con al centro la figura della Giustizia. Dallo spiazzo antistante si gode di una bellissima vista sul lago di Lugano.

Poco lontano dall’abitato vi è la chiesa di Santa Marta con l’affresco centrale tardogotico del 1486, probabilmente eseguito da uno dei Seregnesi, raffigurante la Madonna in trono. Nel fitto bosco che sovrasta Carona un comodo sentiero conduce al Santuario della Madonna d’Ongero, gioiello di architettura e decorazioni barocche, con significativi grandi affreschi di Giuseppe Antonio Petrini del 1750. Dopo il santuario, percorrendo in discesa il sentiero che conduce verso il lago, troviamo l’incantevole località di Torello, poco conosciuta perché appunto raggiungibile solo a piedi. Il piccolo nucleo, di proprietà privata, è situato in posizione isolata sull’Arbostora con vista sullo stretto di Lavena. Esso comprende la chiesa di Santa Maria Assunta e un antico monastero agostiniano. La chiesa fu consacrata nel 1217 e si presenta in stile romanico con campanile lombardo e, all’interno, affreschi di tono bizantino del XIII secolo raffiguranti la Crocifissione.

 

Da ricordare in territorio di Carona il magnifico parco San Grato situato in posizione panoramica a 690 m, vera oasi botanica estesa su una superficie di diversi ettari. Questa raccoglie una ricca vegetazione di pregio che nella bella stagione le conferisce una suggestiva molteplicità di colori.

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Gentilino, panoramica sulla parrocchiale di S. Abbondio (XVI sec)

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Alle porte di Lugano, fra il Pian Scairolo e il golfo di Agno, a un lembo di terra collinoso è stato dato il nome di Collina d’Oro. Questo appellativo può forse ricordare i leggiadri paesaggi che si presentano in rapida successione o magari rievocare le memorie di un periodo felice di uomini che trovarono fortuna in paesi lontani. Si trattava però di emigrazione d’élite grazie alla quale uomini di questa regione, soprattutto ingegneri e architetti, seppero arricchirsi non solo economicamente ma anche culturalmente, come gli Adamini che proseguirono l’opera del malcantonese Trezzini in quel di Pietroburgo e Agostino Camuzzi che per i suoi meriti divenne cavaliere dello Zar.

In seguito la Collina d’Oro seppe attrarre notevoli personaggi di cultura, anche stranieri. Basti pensare all’universalmente noto poeta tedesco Hermann Hesse, divenuto cittadino onorario di Montagnola e sepolto nel vicino cimitero.

 

Il paesaggio della Collina d’oro è impreziosito dalle linee delicate della chiesa di Sant’Abbondio di Gentilino, isolata in posizione molto pittoresca. L’edificio, in stile barocco con una struttura a tre navate separate da due file di archi, è affiancato da un alto campanile e un ossario. L’interno è arricchito da pregevoli stucchi e opere pittoriche, nonché da un affresco quattrocentesco raffigurante S. Antonio Abate. Il suo viale di cipressi, unitamente al semplice e lineare sagrato nonché alle 14 stazioni della via Crucis del XVII secolo, ha irresistibilmente attratto artisti e fotografi d’ogni epoca e valore. A Montagnola, dove ha sede il Museo Hermann Hesse, la chiesa è situata in cima al nucleo. Intitolata ai Santi Nazario e Celso, essa conserva al suo interno dei pregevoli affreschi datati 1511.

 

Va ricordato che nel perimetro della Collina d’Oro si trovano pure le frazioni di Agra, Bigogno, Carabietta e Viglio e, nelle vicinanze, Agnuzzo, Breganzona, Muzzano. Tutti questi agglomerati sono interessanti sia per i loro suggestivi nuclei storici che per i bei dipinti ed affreschi esistenti nelle loro chiese.

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