Il manifesto in Svizzera (Ticino)
Grigioni
Grigioni in generale
Il Cantone dei Grigioni, unico cantone elvetico dove si parlano tre lingue, è nel contempo il più grande per territorio (7’100 Km2), prevalentemente montuoso e di altopiano. Esso annovera ben 150 valli, 615 laghi e 937 cime montuose (la più alta è il Pizzo Bernina a quota 4’049 m). Per contro, con soli 200’000 abitanti circa, è il cantone meno popolato per densità, mentre per il suo trilinguismo vanta una molteplicità culturale non indifferente.
Il turismo costituisce una colonna portante dell’economia regionale potendosi avvalere di molti fattori positivi, tra cui le bellezze paesaggistiche (specie quelle attorno a Davos, Arosa, Flims-Laax, Lenzerheide, Klosters, St. Moritz e Pontresina), una sapiente organizzazione, eccellenti strutture di accoglienza e accattivanti servizi per il tempo libero. Si può datare attorno al 1850 l’inizio di un timido turismo con la costruzione dei primi veri alberghi. Determinante per la nascita e il suo sviluppo fu anche la valorizzazione delle sorgenti d’acqua minerale e della salubre aria montana.
Il miglioramento delle vie di comunicazione e dei mezzi di trasporto, come pure il fiorire degli sport invernali e di montagna, diedero al turismo un nuovo e forte impulso sin dal primo ‘900.
Ogni anno circa 11 milioni di villeggianti pernottano nel cantone occupando le strutture alberghiere e para-alberghiere; ciò rappresenta un’importante percentuale di tutto il volume di ricezione della Confederazione.
Grigioni italiano in breve
Le quattro valli meridionali dei Grigioni in cui si parla la lingua di Dante costituiscono il Grigioni italiano, ossia: Mesolcina, Val Calanca, Val Bregaglia e Val Poschiavo. La Mesolcina e la Calanca confinano a sud con il canton Ticino, mentre le altre due con l’Italia. Alle quattro valli si dovrebbe aggiungere Bivio, che come Livigno (che però è in Italia) si trova al Nord dello spartiacque alpino.
Il Grigioni italiano si estende per 958 km2 e conta circa 15’000 abitanti, ossia il 13% del territorio dei Grigioni e l’8% della popolazione cantonale. La strada che percorre la Mesolcina rappresenta un ausilio importante al Gottardo nell’asse di transito nord-sud. Il fiume della valle, Moesa, nasce alle pendici del San Bernardino e va ad affluire nel fiume Ticino.
Il distretto di Moesa comprende anche la Val Calanca, valle laterale della Mesolcina. La Val Poschiavo e la Bregaglia sono geograficamente isolate dal Ticino (nonché Mesolcina e Val Calanca) poiché adiacenti alla Valtellina, ma collegate all’Engadina tramite il passo del Bernina. Nei suoi 25 km di lunghezza, la valle è bagnata dal fiume Poschiavino che scorre verso la Valtellina. La Val Bregaglia, attraversata dal fiume Mera (le cui acque vanno a confluire poi nel lago di Como), inizia dal passo del Maloja e termina alla confluenza del Liro nel Mera (sotto Chiavenna). La valle si sviluppa per la maggior parte in territorio svizzero dato che diventa italiana solo dopo il confine di Castasegna.
San Bernardino, Mesocco e Val Bregaglia
San Bernardino, che ha preso il nome dal santo di Siena sin dal XV secolo, è una frazione di Mesocco situata a 1’600 m, a sud dell’omonimo passo (2’065 m). Quest’ultimo assunse importanza europea a partire dal XV secolo quando fu realizzata più a nord, tra Splügen e Thusis, la famosa “Via Mala”, che permetteva di superare finalmente due strettissime gole.
Mesocco è l’ultimo comune a settentrione della valle Mesolcina e si estende fino al passo del San Bernardino. Nelle sue vicinanze è situato l’omonimo castello che si erge maestoso su un’altura in mezzo alla valle. Il maniero, risalente al XII secolo, ha costituito un vero e proprio centro feudale per l’intera valle e rappresenta uno dei reperti storici più importanti dei Grigioni. Ai piedi del castello si trova la chiesa di S. Maria, risalente al 1200, che conserva pregevoli affreschi del XV secolo.
La Val Bregaglia annovera varie località suggestive come: Soglio, con un caratteristico nucleo comprendente il Palazzo Salis; Castasegna, con i vecchi lavatoi e la rovina della Torre Caslac; Promontogno, con il vecchio ponte sulla Mera e il castello Castelmur; Stampa, con la Cäsa Grande e il Palazzo Castelmur del XVIII-XIX secolo; Borgonovo, con alcune splendide case del XVII-XVIII secolo; Vico Soprano, antica capitale della valle, con il Pretorio già sede del Municipio e del Tribunale della valle; Casaccia, ai piedi del passo del Maloja, con le rovine del vecchio santuario di S. Gaudenzio costruito nel 1518; Bondo, col settecentesco palazzo Salis e il ponte in pietra del XVII sec. sul torrente Bondasca.
Poschiavo e il Passo del Bernina
Poschiavo, capoluogo della valle, posizionata in un’ampia conca, dista 16 km da Tirano e 117 km da Coira. Nel suo territorio si trova la cima del Piz Palü a 3’905 m, sul confine con Pontresina e Lanzada. La cittadina dispone di un bel nucleo storico con stupendi palazzi patrizi (che danno il nome alla magnifica Via dei Palazzi posta a sud del paese). Poschiavo ha conosciuto nella storia vari momenti di sviluppo, specie quelli legati alla costruzione della carrozzabile del Bernina (1865), alla messa in esercizio delle forze motrici di Brusio (1906), e alla costruzione della Ferrovia del Bernina (ramo meridionale della Ferrovia Retica). A sud del paese, a circa 500 m.l.m., si può ammirare la chiesa di S. Maria Assunta, costruita alla fine del 1600 e considerata una delle più belle chiese barocche della Svizzera.
Il Passo del Bernina (2’323 m), valico alpino interamente in territorio svizzero, mette in comunicazione la valle di Poschiavo con l’Engadina; dista 17 km da Poschiavo e 15 km da Pontresina. Dalla cima del passo si può ammirare l’imponente mole della montagna che appartiene alle Alpi Retiche. Oltre che dalla strada carrozzabile il passo del Bernina è anche attraversato dalla Ferrovia Retica (tratta Tirano-St.Moritz) con i suoi famosi “trenini rossi”. Nel contesto montuoso del massiccio del Bernina, a 2’477 m s.l.m. troviamo il ghiacciaio del Morteratsch, il più grande dei Grigioni, purtroppo anch’esso confrontato con il cambiamento climatico in atto che ne riduce gradualmente le dimensioni.
Engadina
L’Engadina (in romancio Engiadina, in tedesco Engadin, letteralmente Giardino del fiume Inn) è una delle valli abitate più alte d’Europa, essendo situata nella parte superiore a 1’800 m ed è lunga ben 80 km. Si divide in alta e bassa Engadina. Tra le principali località dell’alta Engadina ricordiamo: Maloja, Sils, Silvaplana, St.Moritz,Celerina, Pontresina, Samedan e Zuoz; mentre per la bassa Engadina: Zernez, Lavin, Scuol e Tarasp. Per la sua configurazione geografica e paesaggistica è considerata un paradiso della natura. Particolarmente attraenti i laghi di Sils, di Silvaplana, di Champfèr e di St. Moritz, d’inverno mete ambite dei pattinatori e d’estate degli amanti del windsurf e della vela.
Per secoli la valle potè essere raggiunta solo superando passi attraverso scoscesi sentieri e le merci venivano trasportate con muli e cavalli. Dopo la costruzione delle strade carrozzabili e della Ferrovia Retica, l’Engadina si è aperta al mondo. Oltre alla presenza del più imponente ghiacciaio delle Api Orientali, il Morteratsch, e dell’unica vetta delle Alpi Orientali che supera i quattromila metri, il Pizzo Bernina, qui nasce il fiume Inn che la percorre in tutta la sua lunghezza.
In alta Engadina, venendo da sud, oltre che dal Maloja si accede anche dal Julierpass, dove nelle sue vicinanze di trova il piccolo paese di Bivio. Questo è l’unico comune svizzero, al di là delle Alpi, dove la lingua ufficiale sarebbe l’italiano (per lo più dialetto bregagliotto). Bivio dista 22 km da St. Moritz e 56 km da Coira.